Sentire è un po’ come respirare, è un’attività che il nostro organismo compie in modo automatico, senza che occorra la nostra volontà.
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E per quanto possiamo concentrarci e tentare di non fare attenzione ad alcuni suoni, il rumore viene comunque percepito dalle nostre orecchie e inevitabilmente tradotto in uno stimolo nervoso.
Contenuti
Il rumore influenza le nostre emozioni
L’apparato uditivo è infatti connesso con quello cerebrale e in particolare con il sistema limbico che è la parte più profonda e antica del cervello.
Proprio per questa ragione tutti i suoni generano una risposta da parte del nostro sistema neurovegetativo.
La ragione sta nel fatto che, dal punto di vista etologico, siamo programmati per far caso a qualsiasi rumore: per poter distinguere quelli che possono metterci in pericolo e avere il tempo di scappare o reagire se necessario.
I rumori sono, quindi, fonte di stress perché mettono continuamente in allarme il nostro cervello; rumori improvvisi o ad alto volume possono generare reazioni di difesa, come l’aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, crisi di ansia e anche disturbi digestivi, del sonno, della concentrazione.
Ma non solo: i rumori sono anche vibrazioni dell’aria da cui è più difficile difendersi.
Nel senso che, paradossalmente, se anche non sentiamo un rumore (es. indossiamo dei tappi antirumore) non è escluso che il nostro cervello non ne riceva ugualmente lo stimolo.
In questo caso poi la reazione emotiva sarebbe ancora più profonda e immediata perché il pericolo viene percepito, addirittura, come più grave perché non è associato ad un rumore identificabile.
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Quando un rumore è sano?
È vero che la percezione dei rumori e il fastidio che ne deriva è molto personale e dipende anche dall’attività che stiamo svolgendo.
In generale, però, suoni e rumori intorno ai 45-50 dB sono ben tollerati dalle nostre orecchie.
Sono intorno a questa soglia i rumori riferibili a conversazioni tranquille e traffico moderato.
I rumori oltre i 60 dB, sebbene non creino ancora danni fisici alle orecchie, cominciano a farsi fastidiosi: sono un esempio la radio o la tv accese, il traffico intenso e i rumori di un ristorante. Intorno agli 70-80 dB c’è il rumore di una sveglia, del condizionatore, della lavatrice o del phon.
Oltre i 100-120 dB i rumori sono dolorosi e potrebbero, ad alcune frequenze, causare anche la sordità.
I danni del rumore costante
Oggi si parla spesso di inquinamento acustico: si tratta di una distorsione delle nostre abitudini che potrebbe, nel prossimo futuro, causare grandi danni all’udito di molte persone.
Questo inquinamento è, purtroppo, subdolo e quasi inevitabile.
Si pensi alla cosiddetta sonorizzazione ambientale: non c’è nessun esercizio pubblico oggi (bar, supermercati, piscine, aeroporti, spiagge, negozi e altri) che non abbia musica o radio in sottofondo.
È vero che questa musica ha un volume tollerabile, il problema è che abitua le nostre orecchie ad una dose di rumore che muta la loro percezione a riposo.
Anche il traffico delle città, la vicinanza ad un’attività produttiva o l’abitudine a tenere accesa la tv come compagnia sono situazioni potenzialmente pericolose.
In altre parole il rischio è di assuefare le orecchie al rumore: nel lungo periodo il nostro udito si attiverà solo con rumori oltre una certa soglia, peggiorando così inevitabilmente la nostra capacità di sentire.
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Come difendere la propria salute acustica?
Il primo metodo per mantenere in salute le proprie orecchie è quello di riabituarle al silenzio qualche volta.
Le orecchie devono riposare: non solo la notte però, ma anche durante il giorno occorre avere momenti di quiete in cui il livello dei rumori percepibile è basso o assente.
In questo modo l’apparato acustico potrà resettarsi e far maggiormente caso a tutti i rumori.
Si consiglia quindi di viaggiare in auto senza radio o musica, di lavorare o cucinare senza radio/musica, di ascoltare la tv a volume più basso.
Certo che se i rumori vengono da fonti esterne o indipendenti dalla nostra volontà, occorre difendersi in un altro modo.
Insonorizzare dai rumori esterni
A seconda del livello dei rumori da cui ci si vuole isolare e delle loro caratteristiche, sono diverse le soluzioni da adottare.
In generale è consigliabile agire sulla propria casa: l’ambiente domestico è infatti il luogo in cui siamo abituati a riposare e rigenerarci e deve essere quello più quieto e accogliente.
Che il rumore venga dalla strada, dal ristorante sotto casa, dallo stabilimento industriale oltre la recinzione o dal vicino di sopra, di sotto o di lato non conta.
Occorre dare priorità alla propria tranquillità, sempre nell’ottica di preservare la salute delle orecchie ma anche del sistema nervoso che ha fisiologicamente bisogno di silenzio e calma per rigenerarsi e prepararsi alla giornata successiva.
Isolare la propria casa da ogni rumore potrebbe non essere una soluzione adatta perché, per la nostra sicurezza, è sempre bene che alcuni rumori (specie quelli legati all’emergenza) si sentano.
È il caso delle sirene degli allarmi, delle ambulanze o dei vigili del fuoco o delle richieste di aiuto.
Occorre quindi lavorare per ridurre considerevolmente, ma non eliminare, l’intensità dei rumori che entrano nelle nostre abitazioni e che disturbano la quiete necessaria alla salute.
Una valutazione di un nostro esperto è il primo passo per capire a che livello di rumore fastidioso è esposta la vostra casa e per ipotizzare interventi che riducano questo livello.
L’inquinamento acustico dei nostri ambienti e delle case non è solo un rischio per la salute delle orecchie e dell’apparato uditivo, ma anche del cervello e del nostro sistema neurovegetativo in generale: vale la pena investire qualcosa per proteggerci.
Tags: difendersi dal rumore, rumori esterni, isolarsi dal rumore
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