Come risponderà il nostro cervello all’isolamento acustico? La psicoacustica: il risultato non dipende dalla qualità dell’insonorizzazione ma dalla risposta del proprio cervello.
Iperacusia: un disturbo sensoriale che non dipende da un’insonorizzazione di scarsa qualità. Alcune persone, dopo aver optato per un intervento di insonorizzazione in casa propria, non sono soddisfatte e tendono a dare la colpa ad un lavoro fatto male. Non è sempre così.
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Si tratta del fenomeno studiato dalla psicoacustica; l’ipersensibilità ai suoni e l’iperacusia sono un disturbo sensoriale tipico delle persone molto sensibili a livello cognitivo e, spesso, di intelligenza superiore alla media. Il cervello umano gestisce i cinque sensi tramite una zona molto interna e nascosta del cervello, una piccola centralina nella quale vengono elaborate tutte le informazioni reperite tramite: udito, tatto, gusto, vista ed olfatto.
La maggior parte delle persone gestisce queste sensazioni in modo normale.
Alcuni soggetti, invece, dotati di una sensibilità e di una raffinatezza cerebrale superiore, hanno sensi più acuti. Se, da un lato, questo è indice dell’avere un cervello invidiabile, dall’altro rappresenta un limite in alcune situazioni di vita quotidiana, che possono risultare più fastidiose.
Quindi come risponderà il nostro cervello all’isolamento acustico?
Chi soffre di iperacusia percepisce anche i più piccoli rumori come fastidiosi ed insopportabili. Un esempio classico è il ticchettio della sveglia e dell’orologio di notte, quando si vuole dormire. La maggior parte delle persone, soprattutto in fase di addormentamento, quando i cinque sensi sono meno vigili ed attivi, non percepiscono assolutamente un rumore tanto leggero.
Alcuni, invece, lo trovano talmente insistente ed invadente da non permetter loro di addormentarsi serenamente. Un altro esempio è dato dal ronzio del condensatore del frigo in cucina che, ogni tanto, emette un sordo e leggerissimo fischio, impercettibile per gran parte della gente. Chi è iperacusico, invece, arriva a svegliarsi ogni volta che lo sente, pur dormendo in un’altra stanza.
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Perché alcuni soggetti sono più sensibili ai rumori?
La iperacusia non è una condizione causata da una situazione oggettiva: alcuni rumori, oggettivamente, non sono fastidiosi o percettibili. Si tratta di una condizione totalmente soggettiva: il cervello percepisce un suono e focalizza su quello tutta la sua attenzione e concentrazione.
Da quel momento in poi, non si è più in grado di non badarci e lo si continua a sentire, con l’aggravante che più ci si fa caso e più il suono sembra aumentare e diventare prepotente ed invadente. Questo non dipende sicuramente da un’insonorizzazione di scarsa qualità.
Come rimediare al fastidio acustico soggettivo?
Se sono stati fatti dei lavori di insonorizzazione in casa, il primo concetto da acquisire, con ragionamento e logica, è che, rispetto a prima, oggettivamente la casa è più silenziosa. L’isolamento acustico elimina i rumori provenienti dall’estero e quelli provocati dai vicini da casa o dagli abitanti del piano superiore.
Bisogna, quindi, prendere atto che l’ambiente è oggettivamente meno rumoroso di quanto lo fosse prima. Alcuni suoni interni all’appartamento, invece, come gli scricchiolii, il funzionamento degli elettrodomestici, le vibrazioni dei muri o dei rivestimenti, gli orologi e tutti i blandi suoni provenienti dagli impianti funzionali non possono essere eliminati con l’insonorizzazione.
Esisteranno sempre in una casa, fanno parte di essa e della vita domestica. Nemmeno il più raffinato intervento di isolamento acustico potrà mai eliminarli. La prima cosa da fare, per sentirsi più a proprio agio, è prendere atto e consapevolezza di questo concetto.
Consigli pratici contro la iperacusia. Se si soffre di iperacusia, e l’insonorizzazione ha risolto il problema solo in parte, eliminando i rumori oggettivi ma non quelli percepiti a livello soggettivo, bisogna impegnarsi a rieducare il proprio cervello alla nuova condizione di silenziosità.
Anziché focalizzare l’attenzione su un impercettibile rumore interno, bisognerebbe ripetersi, più e più volte al giorno, che l’ambiente è nettamente più silenzioso rispetto a prima.
A poco a poco, la focalizzazione del cervello, abbinata al silenzio oggettivo ottenuto grazie all’insonorizzazione, riuscirà a distogliere l’attenzione dal particolare insignificante e concentrarsi sull’oggettività del silenzio casalingo.
Lo stesso metodo, naturalmente, non funziona in ambienti non insonorizzati, dove il rumore esiste realmente e non può essere ignorato.
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Come può l’insonorizzazione aiutare nella lotta della psicoacustica?
Insonorizzare casa, o almeno la stanza in cui si vive di più, è sicuramente un ottimo modo per debellare e contrastare una condizione di iperacusia. Questo perché una stanza insonorizzata è protetta anche contro il rumore che arriva dal resto della casa.
Per esempio, isolare acusticamente la camera da letto impedirà di sentire, durante la notte, tutte le vibrazioni ed i rumori che arrivano dagli altri appartamenti.
Naturalmente, non mette al riparo da quelli all’interno della stanza, ed è su quelli che bisognerà lavorare rieducando il proprio sistema cognitivo.
Insonorizzando, però, si elimina oggettivamente il resto del rumore e anche le persone più sensibili trovano grande aiuto e giovamento per il loro orecchio così sensibile.
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